È cosa risaputa, e ampiamente dimostrata nella letteratura, specie ottocentesca, che la fioritura delle stout in Gran Bretagna fu conseguenza dell’uso di consumarle come accompagnamento alle ostriche, anche grazie ai costi bassi favoriti dallo scarso pregio in cui erano tenuti i frutti di mare, considerati vile fast-food !
Con lo specializzarsi dell’arte brassicola britannica, si elaborò un particolare sotto-stile di stout che utilizzava, in fase di bollitura, ostriche intere, o almeno la loro acqua di cottura.
Non stabilizzandosi mai come stile autonomo, l’“oyster stout” fu alla base di molti esperimenti, come quello della Murphy’s, che usa acqua di bollitura in alcune rare, e pressoché introvabili, cotte, e quello, più sostanziale, della Bushy’s dell’Isola di Man, l’unica a riproporre la tradizione nella sua integrità.
Le ostriche lasciavano un leggerissimo gusto salato, di selvatico, di mare, ottimo complemento a molluschi e crostacei.
Le poche sopravvissute ancora trovabili:
Purtroppo come tipologia/stile è parecchio difficile da reperire, comunque se vi affascina, come affascina me, buona ricerca!
Con lo specializzarsi dell’arte brassicola britannica, si elaborò un particolare sotto-stile di stout che utilizzava, in fase di bollitura, ostriche intere, o almeno la loro acqua di cottura.
Non stabilizzandosi mai come stile autonomo, l’“oyster stout” fu alla base di molti esperimenti, come quello della Murphy’s, che usa acqua di bollitura in alcune rare, e pressoché introvabili, cotte, e quello, più sostanziale, della Bushy’s dell’Isola di Man, l’unica a riproporre la tradizione nella sua integrità.
Le ostriche lasciavano un leggerissimo gusto salato, di selvatico, di mare, ottimo complemento a molluschi e crostacei.
Le poche sopravvissute ancora trovabili:
informazioni prese da http://www.areabirra.it/italian/birra.php?iIdBirra=179
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