In Italia il settore della birra appartiene a 6 società produttori, ci sono 16 impianti di produzione industriale, per più di 120 marchi prodotti e/o distribuiti, con una occupazione, indotto compreso, di 20 mila unità lavorative. Tutte le birre industriali sono filtrate e pastorizzate. La quasi totalità sono birre a bassa fermentazione.Al primo posto la Heineken Italia, con 5,8 milioni di ettolitri proprietaria del marchio Moretti, la Baffo d'oro di puro malto; la Rossa la Doppio Malto e la Sans Souci. . La Pedavena (Belluno), è un marchio di propietà della "Castello" di San Giorgio di No-garo.
Altri marchi della Heineken sono Dreher (storico marchio triestino), Prinz, Messina e la sarda Ichnusa.
Al secondo posto c'è la Peroni, controllata da Sab Miller, con 4,3 milioni di ettolitri, circa. Poi c'è la Carlgsber che produce oltre 1,6 milioni di ettolitri.
( dati presi dall'articolo di http://www.excaliburpub.net)
Detto questo per chiarirvi le idee, visto che alla fine ruota tutto intorno a tre società, poichè penso che crediate che una birra industriale sia più buona dell'altra e che magari certe industrie siano più artigianali di altre dovrete allora conoscere i criteri seguiti dai colossi per produrre la loro "birra".
In una frase:
proporre un prodotto senza peculiari caratteristiche gustative, un prodotto che possa piacere alla stragrande maggioranza delle persone, economico (costituito da materie prime scarse) e di buon impatto visivo/commerciale (marketing).
Di fatti chiedete in giro.. che caratteristiche ha la birra?
Risposte più ricorrenti: è gialla e molto gasata (e magari va bevuta senza schiuma o fa crescere il seno)
Vi dico solo una cosa.. Il mercato artigianale italiano è cresciuto moltissimo negli ultimi 10 anni, perchè una miriade di personaggi che ne sanno una più del diavolo riguardo la loro passione, hanno lottato per potersi esprimere in questo settore(l'home brewering è diventato legale in Italia solo nel 1995 ), per potervi dare la possibilità di crearvi i vostri gusti personali e non essere una pecora nel branco che fa tutto ciò che fanno le altre, se vi sembra giusto ad es. in discoteca pagare 6/8€ un prodotto di scarsa qualità che vale all'ingrosso 85 centesimi a bottiglia (lo so per certo, ho lavorato nel settore per parecchio), beh allora non so come altro farvelo capire, aprite gli occhi, identificate i vostri gusti, pensateci, provateci.
Il numero di microbirrifici è in continuo aumento, si stima che nel 2007 fossero operativi almeno 175 microbirrifici, mentre nel 2010 hanno superato le 300 unità arrivando a coprire circa l'1% della produzione di birra italiana. Il trend di crescita non accenna a diminuire. L'anno di inizio di questo fenomeno (a parte alcuni tentativi pioneristici, ad esempio a Sorrento e sul Lago di Garda) è il 1996, quando contemporaneamente, ma senza alcun collegamento fra loro, aprono diversi birrifici. Dal 2005 vengono pubblicati una serie di libri volti a una catalogazione per il crescente fenomeno.
dati presi da http://it.wikipedia.org/wiki/Birra_artigianale
Bevete birra, quella che si può chiamare così.
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