Un’invenzione tutta americana (San Francisco), una Lager risalente alla fine del XIX secolo (ai tempi della famosa corsa alla ricerca dell'oro).
In California, ai tempi, la refrigerazione era un grosso problema, e i birrai si dovevano adoperare per trovare il modo di produrre birra nella maniera migliore e più veloce possibile, pur con le limitazioni derivate dalle condizioni climatiche; la soluzione più convincente fu l’adozione di un particolare lievito a bassa fermentazione, che si adattava in maniera sorprendente a temperature più alte rispetto a quelle utilizzate per la maturazione delle normali lager.
Venivano usati fermentatori poco profondi, in modo da poter controllare e tenere tiepida la temperatura del liquido, e il lievito veniva adattato progressivamente (recuperandolo e riutilizzandolo dopo ogni fermentazione) ad operare nelle condizioni imposte.
Una descrizione di questo tipo, non risolve comunque una serie di misteri sulla produzione di oltre cent’anni fa; la parola ‘steam’ (vapore), che ancora oggi non si spiega, ma che probabilmente all’epoca aveva motivazioni ineccepibili.
E ' possibile che il nome derivi da "Dampfbier" (letteralmente "birra a vapore"), una tipica birra tedesca, fatta fermentare a temperature insolitamente elevate e che potrebbe essere stata nota ai produttori di birra americani del 19 ° secolo, molti dei quali erano di discendenza tedesca.
Secondo Anchor Brewing, il nome "vapore"deriva dal fatto che il birrificio in passato non ha avuto modo di raffreddare efficacemente il mosto bollente con mezzi tradizionali, di fatti pompavano il mosto caldo sul tetto del birrificio in vasche basse e larghe esponendolo al vento fresco che soffia dall'Oceano Pacifico. ( il vapore dal tetto lo si vede nel video qui sotto)
La Anchor di San Francisco fu il primo birrificio a servirsi di questo metodo, tanto da riuscire, addirittura, a registrare come marchio la definizione ‘Steam Beer’.
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In California, ai tempi, la refrigerazione era un grosso problema, e i birrai si dovevano adoperare per trovare il modo di produrre birra nella maniera migliore e più veloce possibile, pur con le limitazioni derivate dalle condizioni climatiche; la soluzione più convincente fu l’adozione di un particolare lievito a bassa fermentazione, che si adattava in maniera sorprendente a temperature più alte rispetto a quelle utilizzate per la maturazione delle normali lager.
Venivano usati fermentatori poco profondi, in modo da poter controllare e tenere tiepida la temperatura del liquido, e il lievito veniva adattato progressivamente (recuperandolo e riutilizzandolo dopo ogni fermentazione) ad operare nelle condizioni imposte.
Una descrizione di questo tipo, non risolve comunque una serie di misteri sulla produzione di oltre cent’anni fa; la parola ‘steam’ (vapore), che ancora oggi non si spiega, ma che probabilmente all’epoca aveva motivazioni ineccepibili.
E ' possibile che il nome derivi da "Dampfbier" (letteralmente "birra a vapore"), una tipica birra tedesca, fatta fermentare a temperature insolitamente elevate e che potrebbe essere stata nota ai produttori di birra americani del 19 ° secolo, molti dei quali erano di discendenza tedesca.
Secondo Anchor Brewing, il nome "vapore"deriva dal fatto che il birrificio in passato non ha avuto modo di raffreddare efficacemente il mosto bollente con mezzi tradizionali, di fatti pompavano il mosto caldo sul tetto del birrificio in vasche basse e larghe esponendolo al vento fresco che soffia dall'Oceano Pacifico. ( il vapore dal tetto lo si vede nel video qui sotto)
La Anchor di San Francisco fu il primo birrificio a servirsi di questo metodo, tanto da riuscire, addirittura, a registrare come marchio la definizione ‘Steam Beer’.
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